Etica della vita: morale e scienza |
Il termine bioetica, coniato nel 1970
dal cancerologo statunitense Van Rensselaer Potter, indica un'etica
incentrata sull'assunzione di responsabilità dell'uomo per il sistema
complessivo della vita. Con lo stesso termine, in seguito, si venne a
delineare lo studio della condotta umana nell'area delle scienze della
vita e della cura della salute, esaminata alla luce di valori e princìpi
morali.
La bioetica
nasce perché lo sviluppo delle scienze e delle tecnologie biomediche
hanno posto problemi che travalicano l'ambito del sapere scientifico per
investire quello della responsabilità morale e della regolamentazione
giuridica. Alcune importanti novità causarono la nascita della bioetica:
- la scoperta della struttura a doppia elica del DNA (1952)
- la conseguente ingegneria genetica
- la preparazione della pillola di Pincus per la contraccezione ormonale (1953)
- lo sviluppo del trapianto d'organo (1967)
- il sostegno artificiale delle funzioni vitali (1968 - 1970)
- il concepimento in vitro (1978)
- la clonazione (1997).
Queste sono le questioni che hanno dato luce alla bioetica e che
fondamentalmente la tengono in vita, dando origine a due posizioni:
- la bioetica può assumere la figura di una riaffermazione di alcuni valori centrali già presenti nell'etica tradizionale di derivazione ippocratica (dignità della vita umana individuale e sua inviolabilità) e quindi può porre un argine allo sviluppo indiscriminato delle tecnologie;
- può diventare il luogo di una nuova etica per molti aspetti rivoluzionaria sic et simpliciter.
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