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Universalità/relatività della misurazione |
Riguardo la misura l’importante è non accettare acriticamente il procedimento di misurazione. E’ nozione comune che lo studio della natura - ma in particolare quello dell'universo fisico - abbia assunto un carattere veramente scientifico e ben fondato solo quando si è cominciato a considerarne l'aspetto quantitativo, oltre a quello puramente qualitativo. Forse non tutti si rendono conto che una valutazione quantitativa c'è sempre stata.
Tuttavia è certo che un progresso notevole si ebbe quando si pensò di ricorrere a valutazioni più precise, introducendo il concetto di misura e facendo corrispondere ad ogni grandezza considerata un numero. Ma si può dire grosso modo che a questo stadio ci si fermò per parecchi secoli. Quella che oggi si chiama rivoluzione scientifica tout court e che iniziò circa quattro secoli fa - soprattutto, ma non solo, per merito di Galileo - portò a scoprire in modo inconfutabile un nuovo metodo per stabilire relazioni quantitative necessarie fra le cose della natura: il metodo sperimentale.
Cominciamo con le grandezze fisiche e consideriamo le più "semplici". Che cos'è una lunghezza, che cos'è un tempo? Tutti lo sanno; eppure provatevi a definirli e vi troverete subito smarriti. Non ci sono parole adatte per far conoscere quelle grandezze a chi non le conosce già. Ma qui è nata un'idea importantissima, che si è precisata soprattutto nel nostro secolo. Nella scienza fisica si parla delle grandezze solo in quanto si sanno misurare. Naturalmente se ne può anche parlare in generale: ma in tal caso si fa solo un discorso comune, non della scienza. D'altra parte in fisica è perfettamente sufficiente poter misurare le grandezze per arrivare a formulare quelle leggi matematiche che legano costantemente fra loro i risultati di quelle misure. Non importa quindi sapere che cos'è in sé una lunghezza, che cos'è in sé un tempo, e così via; basta saperli misurare.
Nasce così il concetto di definizione operativa delle grandezze fisiche: "ogni grandezza fisica è definita dalla successione delle operazioni che si devono compiere per misurarla". In tal modo però ci si preclude di penetrare l'essenza delle cose e che soprattutto si impoverisce il concetto della grandezza di cui ci si occupa. Ma sta il fatto che quel senso puramente interiore non serve a fare la fisica. La misura di una grandezza fisica non è mai un numero reale, prima di tutto per ragioni pratiche, e fin qui si potrebbe anche parlare di errore umano; ma in secondo luogo non può esserlo anche per ragioni teoriche, il che è ben più grave. La misura come numero reale non esiste, perché non ha senso. Allora si prende onestamente atto della situazione, contentandosi di quella che normalmente viene chiamata approssimazione.