Il dubbio metodico differisce dal dubbio scettico che è invece un dubitare per dubitare e nel quale il dubbio è fine a sé stesso per la totale sfiducia nelle qualità dell'uomo. Mentre gli scettici greci dubitavano effettivamente della possibilità di avere una conoscenza vera della realtà, lo scetticismo metodologico si differenzia da questa corrente perché usa il dubbio solo come metodo per mettere alla prova le conoscenze in nostro possesso e giungere così a certezze più difficilmente dubitabili.
In questo modo lo strumento dello scetticismo metodologico non nega
affatto la possibilità di conoscenza vera, come invece sosteneva lo
scetticismo greco. Lo scetticismo metodologico si può considerare erede
del Rasoio di Occam e precursore del falsificazionismo di Karl Popper.
Copertina della prima versione in inglese degli "Elementi" di Euclide ad opera di Sir Henry Billingsley, 1570 |
Dalla lettura degli Elementi di Euclide
nasceva la convinzione che le verità certe apparivano evidenti alla
ragione, senza bisogno di ulteriori dimostrazioni e che il loro
fondamento fosse il principio di non-contraddizione.
Partendo dal presupposto di non poter fondare sperimentalmente la
certezza, come era invece nella prassi dalla quale muoveva il suo
contemporaneo Galileo Galilei,
intuisce la necessità di una riflessione sul fondamento della certezza:
il valore di un dubbio metodico, previsto dal metodo cartesiano, è
proprio quello di trovare tale fondamento.
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